appena prima

mi chiedo perché “errare” si porti dietro quella spaesante duplice accezione.

vago con una meta ben precisa  ma sconosciuta, nella difficoltà concreta di calibrare il compasso di mare. mi chiedo se mi sbaglio errando tra un tentativo e un altro.

piegata dai conati, in una notte dall’infinita impossibilità

di chiudere occhio, mi preservo qualche centimetro quadrato di lenzuola per non aver rimpianti.

Inforco il mio destriero sotto il sole che batte più di quanto non pulsi la mia testa, incredibilmente stupita dal gestire telefonate senza avere dormito.

E riprendo le forze che forse avevo troppo dissipato, spoletta tra due mondi in cui rincorro una felicità che si nasconde con astuzia dietro l’orizzonte.

 

Foto di http://ono-sendai.deviantart.com/