via della speranza

polvere e polveri seccano la pelle, come nere palline lasciano asciutta la bocca.

nuovi orizzonti sempre nella stessa direzione e mi stupisco della semplicità con cui sguazzo in queste nuove acque, come se bastasse imparare a nuotare per attraversare oceani e mare. ma, a parte un grigio fiume che scorre fluido come l’olio esausto, non c’è fondale dai pesci volanti in cui provare il piombo pesante della cintura per l’apnea.

forse è meglio stare a galla, una chiatta dall’attrito che si trova perfino una meta. pachiderma galleggiante che approfitta dei gas intestinali per muoversi quasi con una certa dolcezza, collisione dopo collisione in spazi sconosciuti.

anche se non so smettere di sentirmi impacciata, trasformo la zavorra in ovatta e prendo posto senza che le occhiate addosso mi scalfiscano.

(il titolo è un indirizzo)

Foto di http://rhumanticide.deviantart.com/art/Vagalam-III-309440010?q=Rhumanticide%2F3909700&qo=47