una stridente voce emiliana rimbomba al mercato dei piaceri.
e, mentre la razionalità umana riesce a concepire lo smettere per sempre, le sinapsi non possono permetterselo, segnate per tutta la loro esistenza dall’aver veicolato orgasmi chimici e piacere. piacere di fuggire alla realtà immediata; piacere di nascondersi al caldo di sentimenti riconfortanti; piacere dell’alterare la monotonia di sensazioni troppo reali; piacere di lasciarsi andare in balia al mal di mare; piacere di non temere ad aprire la bocca e proferire parole. piacere di ascoltare fiumi di rumori e suoni articolati; piacere di avere un pretesto per slacciarsi la corazza; piacere di non dover pensare ai macigni che ci portiamo addosso; piacere di potersi rotolare quasi nudi nel punk dalle note sfrenate.
“non so più cosa fare”
persiste l’emilia paranoica. ognuno vive la sua vita e forse la sola cosa di cui essere sicura è che non devo farmi portare da ritmi altrui, anche se forse ci passerò anch’io tra otto anni. Nel frattempo, senza rimorsi, mi fondo al calore umano dell’amicizia e con il coltello che scalda.
oggi nessuna poetica senza la fantasia di mescolare parole e sensazioni disseccata dal far colare il mio inchiostro virtuale sulla tela.