coppie di fanti

il ticchettio della pioggia scandisce l’incessante scorrere delle ore che galleggiano nella mia testa dopo un’inaspettata serata . un’armonia inattenduta e ritrovata attorno a un tavolo verde su cui rotolano palle dalla traiettoria incerta come il nostro destino. gocce che colano calde nell’esofago, seduti ridendo al suono di un brasile lontano. e mi ritrovo perfino a incendiare con una verve da bar sconosciuti che si credono carl marx, senza rinunciare mai alla rivoluzione. incontri casuali di storie tristi di una pelle che ti marchia a vita e traccia le sbarre dietro a cui ti vorrebbero far stare. una giacca canarino esula la consapevolezza cruda di una vita da esiliato in una sedicente repubblica multietnica. ma non ha paura di condividere tracce di vita.  post sconnesso come le ore che passano talmente veloci da rendere incredibile la voce stanca di un vecchio barista affaticato e dolcemente gentile che non si stanca mai di servire e offrire caraffe di bianco biologico e birre belghe. la zuppa mi scalda il cuore, senza che si sia davvero raffreddato sotto le nubi di un inizio d’autunno in cui ho saputo prendermi il tempo che mi spetta, giorni in cui un mosaico di colori mi resta impregnato in testa e di cui la sola paura è che mi sono allontanata da una vita incessantemente fatta di incontri perenni,  scambi e legittimi attimi al rallentatore di postumi che ti obbligano a letto.  scappo sotto la pioggia per non bagnarmi, paradossalmente sognando di un tuffo in acqua. inaspettata felicità improvvisa, ma forse è vero che è solo questione di predisposizione a lasciarsi andare, a lasciarsi impregnare come una membrana permeabile, desiderosa di osmosi con gli altri tasselli di questa fotografia in movimento.

foto di Emotikill http://emotikill.deviantart.com