sociologia botanica

mi scordo di innaffiare amicizie come piante e mi ritrovo in una foresta di steli stecchiti secchi al sole di un agosto sbucato da chissà dove. le relazioni si coltivano mi chiedo quanto sia metafora e quanto invece occorra davvero armarsi di zappa prendendo il coraggio a due mani per smuovere la terra prima che inaridisca. ho abbandonato persone e sensazioni e sono cresciute senza di me, guardandomi attraverso le loro foglie con un’aria interrogativa al mio ritorno. ma che fine avevo fatto? dov’ero sparita? perchè non passare neppure ogni tanto per togliere il fogliame appassito e accarezzare con le parole la linfa che scorre? ci sono arbusti e tronchi con cui condivido e ho codiviso radici

e la cassettiera in cui cerco di ranger tutti quei momenti che mi hanno fatto troppa paura di star bene me la sento cadere addosso spalancata e i tiroir aperti mi picchiano con i loro spigoliannaffiare, bagnare, orto, luna, sentimenti, amici.

ma delle volte, basta ridare acqua e un po’ di macerato d’ortiche, per vedere spuntare germogli verdi anche dove non avresti mai pensato.